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I cuori puri sono i benvenuti....per tutti gli altri c'è speranza.

lunedì 31 marzo 2014

L'ARMONIA DELLA FORESTA



In un mondo lontano,dove la natura cresceva ancora indisturbata e la magia scorreva nella terra nutrendola come la linfa nel tronco di un albero, esisteva una vasta foresta all'interno della quale dimoravano degli antichi esseri costituiti di pura energia chiamati spiriti .
Essi proteggevano la foresta e le sue creature dall' influenza del mondo esterno permettendo loro di vivere in perfetta armonia.
Una volta,alla fine di un soleggiato giorno di primavera, una giovane donna in attesa di un bimbo , perdutasi nel bosco, si ritrovò in una splendida radura .
Gli obliqui raggi del sole morente che filtravano fra le foglie degli alberi donavano al luogo un aspetto meraviglioso e quasi innaturale .
Un ruscelletto dai riflessi argentei serpeggiava pigramente tra alcune rocce ai margini della radura per andare a riversarsi in una limpida polla d'acqua .
La ragazza , allo stremo delle forze,si dissetò brevemente e , nonostante fosse consapevole che il bambino dovesse nascere di lì a poco ,si coricò sull'erba soffice e si addormentò in pochi attimi.
E come la luce del sole quella sera lasciò la terra,così fece la vita della giovane.
nello stesso momento tuttavia un'altra vita fece il suo ingresso nel mondo.
Il piccolo nacque solo, senza che la madre ne avesse mai potuto vedere il volto,proprio nell'istante in cui si dice che sia possibile scorgere quell'ultimo raggio di sole , di colore verde, che permette a chi lo osserva di esprimere qualunque desiderio.
Gli antichi spiriti si raccolsero intorno al bambino, donandogli la loro energia.La nuova vita non sarebbe andata sprecata .Egli sarebbe divenuto un essere speciale , essi lo avrebbero reso Re di tutte le creature del bosco,signore della vita e dell'armonia.
I primi tempi i mammiferi della foresta lo nutrirono con il loro latte, poi quando fu abbastanza grande tutti gli animali gli portarono il cibo che cresceva nel bosco.
Gli uccelli prendevano per lui i frutti dagli alberi.
Gli scoiattoli gli facevano dono di bacche e frutti di bosco.Le api non lo pungevano mai quando lui voleva assaggiare il loro miele e gli alberi gli fornivano riparo dalla pioggia e dal vento.
Egli crebbe in loro compagnia ed essi divennero la sua famiglia.
Col passare del tempo , sotto la guida degli spiriti , egli imparò a conoscere tutte le creature della foresta magica,a comunicare con loro,a comprenderli,a diventare un tutt'uno con la vita che permeava quel luogo sacro.
Il bambino crebbe e divenne un giovane uomo.Le sue capacità continuavano ad aumentare,superando di gran lunga quelle di un essere normale .
Poteva percepire i pensieri e le sensazioni degli animali,anche di quelli più minuscoli , a qualunque distanza entro i confini della foresta.
Poteva vedere attraverso i loro occhi in qualsiasi momento ed era in grado di comandare le piante e gli alberi affinché essi aprissero un passaggio per lui o creassero una barriera di rovi se qualche creatura ostile avesse voluto entrare.
Imparò a spostarsi ovunque alla velocità del pensiero  e a fondere il suo spirito con quello della foresta per gioire di ogni singolo raggio di sole , come fosse un albero,o in ogni piccola goccia di rugiada ,come fosse un germoglio appena nato.
Era l'unico essere umano a vivere in perfetta armonia .
Giunto all'età adulta il suo corpo smise di invecchiare.
Gli antichi spiriti gli regalavano parte della loro energia per mantenerlo giovane per sempre .
Passarono così un migliaio di stagioni.
La sua esistenza era la più felice che potesse esistere, tuttavia in lui restava sempre il desiderio di conoscere la vita al di fuori della foresta ed incontrare i suoi simili.
Un giorno d'autunno egli creò dei semplici abiti intrecciando con la magia degli steli di piante secche , disse addio e si incamminò verso la città.
Nel mondo degli umani egli imparò presto ad orientarsi. Grazie alla sua saggezza,la sua bontà e la sua capacità di capire ogni cosa fu apprezzato ed amato.
Si costruì una famiglia numerosa  e visse felicemente.
Il suo corpo ricominciò ad invecchiare , ma molto più lentamente di quello di un normale essere umano.
Molte decine di anni passarono e piano piano tutte le persone che egli aveva amato e conosciuto cominciarono a venire meno .
Gli uomini non resistevano alle malattie,alla fame,alla vecchiaia e, come tutti gli esseri dotati di un'effimera esistenza,erano timorosi di tutto ciò che da loro era diverso.Ai loro occhi lui era differente . Anche chi l'amava avrebbe preferito vederlo ammalato e vecchio , come tutti gli altri .
E così , scacciato dalla sua stessa gente tornò all'unico luogo al quale sentiva di appartenere veramente .
Il viaggio fu lungo e molto faticoso, i tempi in cui era giovane e sorretto dalla magia erano passati.Arrivò ai margini della foresta sostenuto da un nodoso bastone,la schiena piegata e una lunga barba bianca che sfiorava il terreno.
Gli alberi gli aprirono il passaggio senza che lui lo chiedesse e, giunto alla radura nella quale era nato,fu accolto dagli animali e dagli antichi spiriti che si assieparono attorno a lui.
Lo salutarono con calore e gli dissero che poteva tornare con loro se voleva,ma che ormai il suo corpo era stato corrotto dal mondo degli uomini e che non sarebbero stati in grado di renderlo giovane come prima.
Gli domandarono allora quanto desiderasse tornare a fare parte della foresta e se fosse disposto a restare per tutta l'eternità,e lui rispose:"Lo desidero con tutto il cuore".
Allora gli spiriti lo circondarono e lo inondarono con la luce delle loro essenze.
Pochi istanti dopo,colui che era stato il re delle creature del bosco,osservò dall'alto il suo vecchio corpo disteso a terra .
Espanse la sua coscienza e vide ogni cosa ,percepì ogni pensiero,ogni singola vita ,ogni vibrazione all'interno della foresta magica.
La sua felicità fu più grande di quella mai provata da ogni essere vivente,perché lui era la foresta e la foresta parte di lui .
Era divenuto uno degli antichi spiriti del bosco ,e avrebbe dimorato al suo interno per l'eternità .


                                    Le favole non sentono il peso degli anni 
                                      sono al limite della radura e sussurrano.


                          
                                               

domenica 30 marzo 2014

DISCRIMINE



Siamo l'Italia dei campanili, dove ognuno si sente più bello, più scaltro , più meritevole del proprio vicino ; questo mi ha portato a fare una piccola riflessione , ingenua per carità , nulla a che fare con la filosofia .
Serve forse più a me, a chiarire a me stessa alcuni concetti ; a fermarsi un minuto e ragionare in maniera più articolata sulla nostra quotidianità.

Discrimine appunto !
Discriminiamo tutti e tutto , a ruota libera, a vele spiegate , senza che alcun dubbio ci sfiori e metta in discussione le nostre opinioni.
Discriminiamo in primis chi è ospite sul nostro territorio, poiché è diverso , poiché ha una tradizione e un cultura diversa è matematico che sia lui ad avere torto e noi ragione !

Discriminiamo gli anziani , preferiamo relegarli in strutture che li nascondano ai nostri occhi offesi da tante rughe , intolleranti ai loro deficit via via crescenti , suvvia noi siamo l'epoca della chirurgia plastica, ci facciamo montare e smontare secondo la moda del momento, noi siamo quelli che hanno sperperato interi stipendi per indossare un capo firmato ; e se non possiamo permetterci di onorare la retta per una casa protetta demandiamo il loro accudimento ad estranei , che saranno anche bravi e pazienti , non ne dubito , ma la carezza di un famigliare è più dolce e calorosa di quella di chi è pagato per farla.

Discriminiamo le donne , nel lavoro ad esempio , quando c'è!
A parità di mansioni ed esperienza una donna viene retribuita meno del suo pari grado se questi è un uomo.
Di grazia , si potrebbe sapere perché ? E perché la maternità può costarti il lavoro ? La parità di genere è di là da venire,pare un allucinazione collettiva.

Discriminiamo pure gli uomini ; se di diversa estrazione  , posto che esista ancora la scala sociale ; se i loro guadagni sono inferiori a i nostri ci sentiamo subito superiori , se la loro istruzione ha qualche lacuna automaticamente pensiamo di essere i saggi del Tempio , se i loro tratti somatici sono imperfetti o diversi.

Discriminiamo perfino i bambini ; se fanno confusione , se corrono,giocano o urlano con quanto fiato hanno la loro gioia ; al contrario se sono tranquilli e introspettivi forzatamente deve esserci qualcosa che non va e allora via di corsa... socializzazione è il nuovo mantra: palestra , piscina e se avanza tempo un bel corso di bricolage , perché si sa la manualità è importante , poco conta se la sera i nostri bimbi sono sfiniti ; la nostra coscienza è a posto abbiamo fatto del nostro meglio , l'unica cosa che sappiamo fare .

L'elenco delle discriminazioni potrebbe continuare per molto ancora ; questo solo per fornire uno spunto di riflessione in questo mondo superficiale e vacuo dove l'apparenza ha più valore dell 'interiorità .

Come dicevo all'inizio ha chiarito alcune cose di me e in me .

giovedì 20 marzo 2014

RIFLESSIONI



...da parte del mio più caro amico ...

La vita è breve
fatta di momenti brutti o buoni.

La vita è cosparsa d'ostacoli e prove.
E' su queste basi che ogni persona costruisce il proprio personaggio.

Il segreto della vita ...amore , salute e soldi.

Come vivi ti definisce
buono o cattivo
forte o debole
abile o stupido
degno o traditore 
falso o sincero.

La vita è esistere , esiste anche l'amore , più di tutto
difficile da trovare
non si compra 
si dona 
e credo che ne sia pieno il mondo.




                                                Onorata di esserti amica !

giovedì 13 marzo 2014

SUPERFICIALITA'



Sembrerebbe il titolo di una canzoncina da festival di Sanremo invece è il risultato di una profonda riflessione introspettiva da cui si evince sia la causa di almeno il 50% di tutti gli errori umani, grandi o piccoli che siano.
Spesso è un vizio congenito a se stante che l'uomo si porta dietro sin dalla nascita come un marchio di carattere che lo accompagna per tutta la vita ,inconsapevolmente,che costringe il prossimo, quelli molto prossimi,a prendere le naturali contromisure pur senza scalfire minimamente il trasporto affettivo nei confronti dell'ignaro portatore sano.
Altre volte ancora, ed è questa la maggioranza dei casi,è la componente di varie cause: intempestività,ovviamente fretta ,falsa sicurezza dei propri mezzi,vanitosa presunzione e, sopratutto, l'ottusità di non prestare la dovuta attenzione a ciò che si sta facendo perché la mente , infarcita di tutti i difetti sopracitati viaggia su binari diversi,incurante di quanto avviene sotto i propri occhi.
Quante volte,proprio per questi motivi,da studenti sbagliamo il compito in classe pur avendo studiato?.
Quante volte diciamo di si a specifiche richieste che ci vengono fatte direttamente senza avere sentito una sola parola del contenuto che ci viene richiesto ?
Quante volte credendo di avere capito una cosa prendiamo le migliori cantonate ?.
L'elenco sarebbe lungo a morire se ad accorciarlo non subentrasse una panacea palliativa, più che altro una scusante che la mente elabora per ridimensionare gli errori commessi.
Allora sotto con i luoghi comuni più stupidi e scontati quali " ma si , tanto non è la fine del mondo ! ", " poi non è nulla di grave !"," su con la vita che tutto passa !" e via dicendo...
Personalmente essendo una che di cantonate ne vado prendendo a iosa,mi sono fatta una personale giustificazione risalente a molti anni fa quando conoscevo un ragazzo molto timido.
Questi si era preso una spaventosa cotta per una ragazza verso la quale non riusciva a spifferare alcuna parola.
Alla fine,però, dopo molti anni di sofferenza passionale,riuscì ad esprimersi e grande fu la sua gioia quando lei gli disse di sì.
Senza badare ad alcun particolare o sentir ragione fissò la data delle nozze.
Quel giorno sull'altare la sposa si presentò con un trio di paggetti che la chiamavano mamma .
Invano si cercò di far aprire gli occhi all'infatuato sposo poiché questi, per tutta risposta,asseriva:" Se bado a tutte queste piccolezze non me la sposerò mai !".

Ecco ,io potrei essere come quello sposo e forse in qualche modo lo sono,si sa che chi è colpito dalla malattia della superficialità mal s'avvede dei disastri che va combinando ; ufficialmente ci rido sopra e tiro avanti con una bella scrollata di spalle.


Però , la sera ...non mi risparmio almeno una dozzina di ...imbecille !

mercoledì 5 marzo 2014

LO SPECCHIO E LA CAMPANA



Otto secoli or sono i sacerdoti di Mugenyama , nella provincia di Totomi, desideravano una grande campana per il loro tempio e chiesero alle fedeli di aiutarli offrendo i loro specchi di bronzo per il metallo cono cui fabbricare la campana .

A quel tempo c'era una giovane donna , la moglie di un contadino, che viveva a Mugenyama  e offrì il suo specchio al tempio per la campana .
Ma poco dopo cominciò a rimpiangere molto lo specchio. Ricordava quello che le aveva detto sua madre su quell'oggetto che era appartenuto non solo a sua madre, ma alla madre di sua madre e alla madre di questa , e ricordava i sorrisi felici che aveva riflesso.

Naturalmente, se avesse offerto ai sacerdoti una certa somma di denaro in cambio dello specchio,avrebbe potuto richiedere indietro quel cimelio di  famiglia .
Ma non aveva il denaro necessario.
Ogni volta che andava al tempio vedeva il suo specchio nel cortile dietro una ringhiera,insieme a centinaia di altri specchi ammucchiati lì tutti insieme .

Lo riconosceva  dal rilievo sul lato posteriore, i tre simboli portafortuna del pino,del bambù, e del fiore del susino che avevano incantato i suoi occhi di bambina quando sua mamma le aveva mostrato lo specchio la prima volta .


Desiderava che si presentasse l'occasione di rubare lo specchio e nasconderlo,dopodiché l'avrebbe sempre custodito gelosamente .
Ma l'occasione non si presentò, e lei divenne molto infelice, provava la sensazione di avere stupidamente gettato via una parte della sua vita .
Ripensava al vecchio detto secondo cui uno specchio è l' Anima di una Donna e aveva paura che fosse molto più vera di quanto avesse mai immaginato.

Ma non osava confidare a nessuno le sue paure.

Un giorno , quando tutti gli specchi furono offerti per la campana e furono mandati in fonderia,i fonditori si accorsero che fra questi ce n'era uno che non voleva fondersi .
Provarono tante volte a fonderlo ,ma lo specchio resistette a tutti i loro sforzi.
Era chiaro che la donna che aveva offerto lo specchio al tempio si era pentita del dono.
Non aveva presentato l'offerta con tutto il cuore, e quindi la sua anima egoista ,essendo rimasta unita allo specchio ,lo rendeva freddo e duro in mezzo alla fornace .

Naturalmente tutti vennero a conoscenza della cosa e ciascuno seppe qual'era lo specchio che non si poteva fondere.
E a causa della diffusione di questa sua colpa segreta,la povera donna si sentì piena di vergogna e si arrabbiò moltissimo .
E non potendo sopportare la vergogna ,si annegò, dopo avere scritto una lettera d'addio che conteneva queste parole :
" Quando sarò morta,non sarà difficile fondere lo specchio e colare la campana. Ma la persona che spezzerà la campana suonandola riceverà dal mio spirito grande ricchezza e prosperità "

Dopo che si riuscì a fondere lo specchio della donna e a colare la campana, la gente si ricordò le parole di quella lettera . Si sentivano certi che lo spirito della donna avrebbe dato ricchezza e prosperità a chi avesse spezzato la campana e , non appena questa fu appesa nel cortile del tempio,accorsero in massa per suonarla .Maneggiavano il battacchio con tutte le forze , ma la campana dimostrò di essere una buona campana e resistette ad ogni assalto. 

Malgrado  ciò la gente non si lasciò scoraggiare con tanta facilità.Un giorno dopo l'altro,a tutte le ore,continuarono a suonare furiosamente la campana,senza fare il minimo caso alle proteste dei sacerdoti.E così quel suono diventò un tormento,finché i sacerdoti non riuscirono più a resistere e si liberarono della campana facendola rotolare giù dalla collina , dentro la palude.La palude era profonda e la inghiottì,e questa fu la fine della campana.

Rimase solo la sua leggenda a ricordare che l'avidità conduce alla rovina .





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