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I cuori puri sono i benvenuti....per tutti gli altri c'è speranza.

lunedì 18 aprile 2016

Bar sport

Così il titolo 
L' inarrivabile Stefano Benni di cui ho ben presente la scrittura brillante,ai tempi
ne risi dentro e fuori di  gran gusto ,tanto che nonna ogni tanto si affacciava in camera per controllare il livello di pazzia.
La mia.
Si, perché ridere da soli è sempre sospetto 
 bizzarro ma a volte irrefrenabile.
Nel tempo,amico mio,il riso si fa più solitario e meno aperto.
Quasi si provasse vergogna di un attimo di felicità davanti ai mali del mondo.

Il mio Bar Sport era un baretto di periferia ; niente Luisona, una bibita,un gelato,poltroncine di plastica e ombrelloni sponsorizzati Algida e tanti amici.
Lo sport è stato sempre un momento condiviso,discusso e commentato, vissuto e sognato.
E' sogno e promessa e speranza.
Al Bar Sport ci si divideva per casati,come le contrade a Siena durante il palio.
Le qualifiche di F1. 
Il mio idolo era Villneuve, l'aviatore; spericolato e ardito, osannato e sconfessato dai puristi della traiettoria.
Non potevate chiedergli questo,ancora oggi ne sono convinta;lui era puro talento,era fatto per meravigliare e incantare.Ho ancora le video cassette dei sui duelli con Arnoux che non so dove mai potrei rivedere visto l'evolversi della tecnologia che a volte soppianta la memoria del cuore.
Era il mio eroe di gloria vestito, incurante delle conseguenze; si va a sbattere e si rompe l'alettone ? Che sarà !
Discussioni animate fra noi che ovviamente terminavano in un nulla di fatto e appuntamento al prossimo GP,chi sorridendo chi mugugnando.
Ma il top arrivava con il giro d'Italia!
Saronniani vs Moseriani.
Manco a dirlo Saronniana a tutto spiano; l'altro era per me il Bietolone per la sua scarsa verve e  il perenne atteggiamento polemico.
Ancora pochi giorni e la corsa rosa riparte; con nuovi campioni e nuove discussioni al bar che nel frattempo  è diventato scicchissimo,con divani dove sprofondarsi mentre si commentano gli attacchi in salita,la fatica e il coraggio.
Non tifo più per nessuno; mi manca lui; il Pirata , immenso e ingannato: in attesa di una giustizia che mai riabiliterà il suo nome e il suo talento.


Appunto questo il sogno dove lo sport vince davvero,su tutti e contro tutti.


martedì 22 marzo 2016

NULLA E' PER CASO



Non a caso questo mio piccolo rifugio si chiama Parole in Libertà.

Per me è un valore fondante della vita , la mia e quella di ognuno in Terra.
Quando questa viene negata si creano disparità e conflitti, si alimentano animosità distruttive,senza appello.
Risparmio a chi mi legge e a me stessa la fredda cronaca degli eventi peraltro tuttora in essere; non che non importi ma vorrei fare un altro tipo di riflessione.
Consideriamo,a ragione, l'Europa il nostro mondo ma quel che vi avviene da generazioni è sconsiderato.
Negli anni molte persone vi hanno trovato approdo.
Ma siamo sicuri che questo collimi con l'accoglienza ? L'integrazione ?
Mi interrogo profondamente su questo.
Abbiamo accettato che nuove braccia lavorassero per e non con noi, diverso.
Abbiamo guardato di traverso l'aspetto,i costumi,le usanze e il credo.
E' integrazione questa ?
Davvero credete che per loro sia stato diverso ?
Vi credete superiori ?
Confinati in quartieri per così dire etnici,cinesi a destra,magrebini per di là,mussulmani in periferia belli ammassati.
Come si è potuto pensare che i figli di questa prima ondata di nuovi cittadini europei, questo è il punto,crescessero come i nostri figli, integrati e felici di vivere insieme a noi nel continente verde.
Insieme !
Non un passo più in là !
Reazione non giustificabile in alcun modo ma prima di addossare ogni colpa agli altri assumiamoci la nostra, grave anch'essa, collettiva e assassina.
Noi come altri.



martedì 16 febbraio 2016

MARTA



 Marta sfrecciava in bicicletta attraversando la città per raggiungere il lavoro e come lei altre giovani ragazze desiderose di guadagnare qualche soldo e imparare un mestiere .La sarta allora era una vera professione,rispettata.
Il vociare sulle scale e i saluti poi al lavoro,chine e silenziose.
A fare compagnia solo la radio con melodie italiane o musica classica.
Un piccolo atelier, poche laboriose persone.
La scelta della stoffa e del modello,il giusto taglio era responsabilità delle proprietarie; alle sartine l'onere di imbastire per la prima prova poi asole,orli bottoni e stiraggio.
La consegna del capo era sempre accompagnata da approvazione e compiacimento dalla committente.
In breve tempo Marta,imparato l'abc,volle fare un passo avanti.
Era precisa e portata per il ricamo e divenne la sua specialità.
Allora anche i vestiti per bambini, quelli ricchi,avevano particolari di pregio,pizzi fatti al tombolo o bordi ricamati a mano in candida seta bianca e lei ci sapeva fare. Mentre le madri decidevano per se le davano l'incarico di vestire i figli.
Marta era di modeste origini e per sua figlia creava qualche bel capo lavorando la notte con gli avanzi dei lavori fatti.
Immensa la sua soddisfazione di vederla carina e felice.
Nel'imminenza dell'apertura della stagione teatrale le mogli di ricchi industriali e altolocati professionisti smaniavano per avere un abito esclusivo da esibire nel foyer .
E qui entrava ancora in gioco Marta.
Montagne di paillettes e canottiglie davano estro e fantasia ad ogni singolo abito,rigorosamente lungo,sempre diverso e questa era vera arte.
Per fare fronte agli impegni lavorava anche venti ore al giorno,fino a crollare.
Vere opere d'arte come solo la sartoria d'alta classe sapeva creare.
Al fine di tanto impegno i complimenti li riceveva la proprietaria per lei al massimo una gratificazione a fine stagione.
Passarono gli anni e con loro i costumi.
Le classi smussarono i livelli,divenne più facile partecipare alla vita culturale e mondana;il pret-a-porter anche se di alto rango divenne più accessibile e per le sartine venne il momento di ricominciare una nuova avventura.
La vita prese un'altra strada fatta di pieghe e curve,mai facile e non sempre felice.
Sono passati molti anni e Marta ora è un anziana signora.
Tiene ancora molto al proprio aspetto,un incipriata al naso e un filo di rossetto chiaro e opaco,un vestito semplice e ordinato; il solo vezzo quel filo di perle ricordo del marito.
Profuma di rose e tenerezza Marta mentre cerca d'infilare il filo nell'ago mentre le mani tremano e la vista si appanna.
Profuma della bellezza delle donne fantasiose e tenaci.




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