Naturalmente sono troppo giovane per avere vissuto la shoa, il fascismo , le leggi razziali , i rastrellamenti e le fucilazioni dei partigiani , gli eccidi di persone la cui unica colpa era di pensare diversamente , di non omologarsi nei cliché .
Fortunatamente , a casa mia si è sempre parlato molto e di tutto e questo insegna tanto , è più formativo di qualunque facoltà universitaria possiate frequentare.
Cominciando da mio bisnonno , manganellato dai fascisti perchè socialista .
Non volle mai iscriversi al partito fascista e questo gli costò dieci anni di notti su una sedia non potendo più sdraiarsi sulla schiena.
Sua figlia, mitragliata in treno perchè era una staffetta partigiana.Anni 23.
Mio nonno Filippo, prigioniero in Germania, condannato a lavorare in miniera, per pranzo zuppa di barbabietole e due patate, avvisò la moglie di dove si trovava grazie ad una cartolina rispedita dalla Croce Rossa mentre già varcava il confine; riuscì a tornare ma contrasse una malattia per cui furono costretti ad amputargli le gambe,morì a 51 anni e fu il mio miglior maestro.
Mentre il nonno paterno,in città ospitava in casa il comando partigiano e a fronte c'era il presidio tedesco,bel fegato !
E le donne ? Una in risaia e una lavandaia per riuscire se non a sfamare a dare un minimo di sostentamento alla famiglia.
le radici della mia famiglia affondano in queste persone, in questi esempi di moralità e correttezza, certo non hanno mai beneficiato di una vita facile,non sono mai scesi a compromessi ne venuti a patti con la propria coscienza.
Li ringrazio ancora, quel che sono lo devo a loro.
Non dimenticate di trasmettere alle nuove generazioni quel che è stato,non lasciate che in negazionismo inventi alibi o peggio merito a chi condusse un mondo intero in un abisso di violenza , che ridusse gli esseri umani a numeri marchiati a fuoco .
Olocausto non è una parola è una ferita aperta e sanguinante
è gelo nelle vene...
...per non dimenticare.