benvenuti

I cuori puri sono i benvenuti....per tutti gli altri c'è speranza.

giovedì 13 marzo 2014

SUPERFICIALITA'



Sembrerebbe il titolo di una canzoncina da festival di Sanremo invece è il risultato di una profonda riflessione introspettiva da cui si evince sia la causa di almeno il 50% di tutti gli errori umani, grandi o piccoli che siano.
Spesso è un vizio congenito a se stante che l'uomo si porta dietro sin dalla nascita come un marchio di carattere che lo accompagna per tutta la vita ,inconsapevolmente,che costringe il prossimo, quelli molto prossimi,a prendere le naturali contromisure pur senza scalfire minimamente il trasporto affettivo nei confronti dell'ignaro portatore sano.
Altre volte ancora, ed è questa la maggioranza dei casi,è la componente di varie cause: intempestività,ovviamente fretta ,falsa sicurezza dei propri mezzi,vanitosa presunzione e, sopratutto, l'ottusità di non prestare la dovuta attenzione a ciò che si sta facendo perché la mente , infarcita di tutti i difetti sopracitati viaggia su binari diversi,incurante di quanto avviene sotto i propri occhi.
Quante volte,proprio per questi motivi,da studenti sbagliamo il compito in classe pur avendo studiato?.
Quante volte diciamo di si a specifiche richieste che ci vengono fatte direttamente senza avere sentito una sola parola del contenuto che ci viene richiesto ?
Quante volte credendo di avere capito una cosa prendiamo le migliori cantonate ?.
L'elenco sarebbe lungo a morire se ad accorciarlo non subentrasse una panacea palliativa, più che altro una scusante che la mente elabora per ridimensionare gli errori commessi.
Allora sotto con i luoghi comuni più stupidi e scontati quali " ma si , tanto non è la fine del mondo ! ", " poi non è nulla di grave !"," su con la vita che tutto passa !" e via dicendo...
Personalmente essendo una che di cantonate ne vado prendendo a iosa,mi sono fatta una personale giustificazione risalente a molti anni fa quando conoscevo un ragazzo molto timido.
Questi si era preso una spaventosa cotta per una ragazza verso la quale non riusciva a spifferare alcuna parola.
Alla fine,però, dopo molti anni di sofferenza passionale,riuscì ad esprimersi e grande fu la sua gioia quando lei gli disse di sì.
Senza badare ad alcun particolare o sentir ragione fissò la data delle nozze.
Quel giorno sull'altare la sposa si presentò con un trio di paggetti che la chiamavano mamma .
Invano si cercò di far aprire gli occhi all'infatuato sposo poiché questi, per tutta risposta,asseriva:" Se bado a tutte queste piccolezze non me la sposerò mai !".

Ecco ,io potrei essere come quello sposo e forse in qualche modo lo sono,si sa che chi è colpito dalla malattia della superficialità mal s'avvede dei disastri che va combinando ; ufficialmente ci rido sopra e tiro avanti con una bella scrollata di spalle.


Però , la sera ...non mi risparmio almeno una dozzina di ...imbecille !

mercoledì 5 marzo 2014

LO SPECCHIO E LA CAMPANA



Otto secoli or sono i sacerdoti di Mugenyama , nella provincia di Totomi, desideravano una grande campana per il loro tempio e chiesero alle fedeli di aiutarli offrendo i loro specchi di bronzo per il metallo cono cui fabbricare la campana .

A quel tempo c'era una giovane donna , la moglie di un contadino, che viveva a Mugenyama  e offrì il suo specchio al tempio per la campana .
Ma poco dopo cominciò a rimpiangere molto lo specchio. Ricordava quello che le aveva detto sua madre su quell'oggetto che era appartenuto non solo a sua madre, ma alla madre di sua madre e alla madre di questa , e ricordava i sorrisi felici che aveva riflesso.

Naturalmente, se avesse offerto ai sacerdoti una certa somma di denaro in cambio dello specchio,avrebbe potuto richiedere indietro quel cimelio di  famiglia .
Ma non aveva il denaro necessario.
Ogni volta che andava al tempio vedeva il suo specchio nel cortile dietro una ringhiera,insieme a centinaia di altri specchi ammucchiati lì tutti insieme .

Lo riconosceva  dal rilievo sul lato posteriore, i tre simboli portafortuna del pino,del bambù, e del fiore del susino che avevano incantato i suoi occhi di bambina quando sua mamma le aveva mostrato lo specchio la prima volta .


Desiderava che si presentasse l'occasione di rubare lo specchio e nasconderlo,dopodiché l'avrebbe sempre custodito gelosamente .
Ma l'occasione non si presentò, e lei divenne molto infelice, provava la sensazione di avere stupidamente gettato via una parte della sua vita .
Ripensava al vecchio detto secondo cui uno specchio è l' Anima di una Donna e aveva paura che fosse molto più vera di quanto avesse mai immaginato.

Ma non osava confidare a nessuno le sue paure.

Un giorno , quando tutti gli specchi furono offerti per la campana e furono mandati in fonderia,i fonditori si accorsero che fra questi ce n'era uno che non voleva fondersi .
Provarono tante volte a fonderlo ,ma lo specchio resistette a tutti i loro sforzi.
Era chiaro che la donna che aveva offerto lo specchio al tempio si era pentita del dono.
Non aveva presentato l'offerta con tutto il cuore, e quindi la sua anima egoista ,essendo rimasta unita allo specchio ,lo rendeva freddo e duro in mezzo alla fornace .

Naturalmente tutti vennero a conoscenza della cosa e ciascuno seppe qual'era lo specchio che non si poteva fondere.
E a causa della diffusione di questa sua colpa segreta,la povera donna si sentì piena di vergogna e si arrabbiò moltissimo .
E non potendo sopportare la vergogna ,si annegò, dopo avere scritto una lettera d'addio che conteneva queste parole :
" Quando sarò morta,non sarà difficile fondere lo specchio e colare la campana. Ma la persona che spezzerà la campana suonandola riceverà dal mio spirito grande ricchezza e prosperità "

Dopo che si riuscì a fondere lo specchio della donna e a colare la campana, la gente si ricordò le parole di quella lettera . Si sentivano certi che lo spirito della donna avrebbe dato ricchezza e prosperità a chi avesse spezzato la campana e , non appena questa fu appesa nel cortile del tempio,accorsero in massa per suonarla .Maneggiavano il battacchio con tutte le forze , ma la campana dimostrò di essere una buona campana e resistette ad ogni assalto. 

Malgrado  ciò la gente non si lasciò scoraggiare con tanta facilità.Un giorno dopo l'altro,a tutte le ore,continuarono a suonare furiosamente la campana,senza fare il minimo caso alle proteste dei sacerdoti.E così quel suono diventò un tormento,finché i sacerdoti non riuscirono più a resistere e si liberarono della campana facendola rotolare giù dalla collina , dentro la palude.La palude era profonda e la inghiottì,e questa fu la fine della campana.

Rimase solo la sua leggenda a ricordare che l'avidità conduce alla rovina .





.

sabato 22 febbraio 2014

OGNI VOLTA



Ogni volta che arriva la notte , ogni volta che una luce si spegne
ogni volta che un suono fa silenzio
ogni volta che un occhio si chiude , ogni volta che un'anima si veglia, apre le sue palpebre sopite e dolcemente si desta dal sonno e guardandosi nello specchio di acque pure e cristalline , si pulisce di ogni residuo del giorno di una vita che non è.

Fattasi bella, apre le sue braccia come fossero ali , e guardandosi attorno,prende un respiro,vola via.
Vola via per vivere la la sua esistenza,la sua vita, quella vera,quella fatta per amare senza fine ,per narrare le sue verità.
Abbraccia chi più vorrà, accarezzando teneramente la superficie del mare , sfiorando le cime più alte dei monti. Sfiorando ogni essere le capiti di avvertire , il suo soffio come un vento impetuoso che dall'estremo nord , bacia come per sentire , emozioni senza inizio ne fine.

La natura s'inchina al suo passare, gli alberi testimoni di tutto ciò, detenendo nelle segrete del proprio essere,quello che ogni anima vive e sperimenta, durante la propria vita, ogni volta che arriva la notte.
E' così per ogni volta che arriva la notte e così per tutta la durata della notte.
Notte che per ogni anima s'illumina come giorno di una luce che mai nessuno spegnere oserà,finché l'anima nelle sue vene sangue pulserà .


                                                                        Legolas