L'inappartenenza.
Si aggiustava
nell'innato isolamento della sua natura
più o meno grande quanto un brivido improvvisato
nel buio.
Odiava sentirsi pubblica.
Scoperta.
Attraversata da crepe e fessure.
Stava in preda al suo sesto senso :
l'inappartenenza.
Aveva paura che i suoi segreti potessero trovare la strada
rifiutando a forza d'essere seppelliti.
Si proteggeva nella quiete
dei suoi labirintici silenzi.
E con lembi di pelle raccattati
otturava ogni feritoia.
Penetrabile dalla probabile morsa
di sguardi e toni imperiosi !
Vincenza Cottone
p.s. merita di essere letta con occhio attento ai dettagli .
Vero, l'innapartenenza a volte ti rende solo, ti puo fare sentire in colpa perche tutti vedi che si uniscono in un modo di vedere le cose e tu solo, ti seni guardato, giudicato e te la spalmi addosso come una coperta che nasconda la tua differenza! E', come se ti facesse camminare rasente i muri per non apparire,ignavo eppure ti senti bene, senza impegni senza obblighi, ma allìultimo, credo che dovrai cedere all'evidenza del fatto che i tuoi simili stanno dall'altra parte, quella della condivisione per unprogetto che interessa tutti, tutti, anche te!!!
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