benvenuti

I cuori puri sono i benvenuti....per tutti gli altri c'è speranza.

giovedì 25 dicembre 2014

RACCOGLIEVO CONCHIGLIE E STELLE




China sulla battigia , la veste sollevata a farne un cesto improvvisato raccoglievo conchiglie bianche,rosa,striate color dei sassi ; le forme più diverse,tonde alcune appuntite altre e tante scheggiate dalla furia delle onde infrante sugli scogli.
Più ne raccoglievo maggiore era il desiderio di averne ancora.
Volevo farne un poggio in riva al mare dove ammirare il sole.

Sarebbe stato un sole speciale , unicamente mio.

Raccolsi tutte le stelle del cielo , una ad una e le trattenni fra le mani formando un sole d'argento a illuminare la spuma delle onde.
Appoggiata al balcone ,come un tempo facevano le nobili dame , ascoltavo lo sciabordio dell'acqua in questa notte senza luna rimirando un sole fatto dei desideri e patimenti d'innamorati e di voglie mai sopite d'avventurosi amanti.

Non bastò il sogno a cambiare l'immutabile ; la tempesta oscurò il cielo e un potente vento disperse le stelle rimettendole ognuna al proprio posto,flagellò l'improvvisato poggio gettando di nuovo le conchiglie in acqua lasciandole affondare.

Una notte speciale , unicamente mia.

martedì 16 dicembre 2014

NORA



Era una strana donna Nora; in sella ad una bicicletta che aveva da tempo perduto la lucentezza la vedevi in ogni strada o piazza del paese.
Sempre di corsa perché a lei le cose piaceva farle così , di getto.
Non si concedeva tempo , voleva donarlo agli altri ; voleva che le persone sentissero di essere se non capite quantomeno ascoltate.
Quante soste nella sua giornata durante il suo giro quotidiano; una parola gentile all'ortolano , due chiacchiere in lavanderia,comprare il giornale come fosse un rito e leggerlo su una panchina della piazzetta accanto al fornaio dove il profumo di pane l'inebriava quasi .
Per quella piazzetta passavano tutti ed era semplice fermarsi a parlare con Nora, non si spazientiva mai , aveva sempre quello sguardo attento di chi aspetta una confidenza .
Non dava consigli ne pareri , ascoltava e basta.
A chi le avesse chiesto se fosse felice avrebbe risposto di sì ; le era costata molto la felicità ed ora che ne conosceva l'inestimabile valore voleva che tutti lo fossero.
Aveva molto amato,ancora amava di quell'amore che non abbraccia, non può, ma sfiora come una carezza la memoria.
Vide le sue spalle andare via di malavoglia,non si volse mai indietro a guardarla e fece bene .
Nora ebbe la certezza d'essere nel giusto ; era il loro ultimo gesto d'amore e di libertà.
Nora capì che sarebbe stata felice solo se lo fosse stato lui .

Riprese la bicicletta e s'allontanò .

sabato 6 dicembre 2014

IL GIARDINO DEL RICORDO




Drin ! Driin ! Driiin !
- Luigi , sei impazzito ? Cos'è questo baccano ? A quest'ora mamma dorme.-
- Datti una mossa Mauro scendi , andiamo a fare un giro.-
Mauro non ci mise molto a farsi convincere e lasciando un biglietto in cucina avvisò la mamma a modo suo . " Torno presto " che vuol dire tutto e nulla.  Torno a merenda? Prima di cena ? Vai a sapere !
Luigi , un biondino riccioluto e sbarazzino,di solo un anno maggiore di Mauro si atteggiava a capo della banda del quartiere ; ne faceva parte anche Elsa,compagna di classe di Mauro ; che fosse un peperino piantagrane lo si capiva al primo sguardo ; occhi neri e penetranti sotto la frangia scompigliata di un ribelle caschetto , sempre sull'avviso,pronta a qualunque sfida degli amici.
Seduta sul marciapiede li vide arrivare e scrollando svogliatamente la polvere dai jeans li apostrofò :- Allora pappe molli,è mezz'ora che vi aspetto ! - 
Arrivarono anche Silvia e Lorena, gemelle nell'aspetto,capelli rossi raccolti a coda di cavallo,lentiggini e occhi verdi . Diversissime nel carattere, tanto Silvia era sportiva e intraprendente quanto più Lorena era una signorinetta in miniatura ; i suoi atteggiamenti leziosi e svenevoli facevano sbellicare dalle risate gli amici ; era però una bambina generosa e sensibile che dall'alto dei suoi otto anni ben sapeva divertirsi in compagnia.
Luigi propose :- Ora che ci siamo tutti,che ne dite di andare a giocare nel giardino in fondo al viale ?.- 
Per la verità erano giorni che questa curiosità lo tormentava e si sa alla curiosità non si comanda .
Lorena invece era già in allerta. :-Il "giardino del ricordo" ? Davvero no ! E' pericoloso !
Sua sorella ed Elsa quasi all'unisono sbottarono :-Dai , sempre la solita fifona, cosa vuoi che succeda,andiamo a vedere com'è .-
Si incamminarono percorrendo il viale alberato così bello a primavera ed ora lastricato di foglie oro e porpora segno di un autunno inoltrato.
Non era ancora freddo, bastava una felpa a stare caldi ,probabilmente erano le ultime giornate per giocare all'aperto,meglio approfittare .
Arrivati davanti all'imponente muro di pietra che cingeva il luogo e ammoniva a tirar lungo senza indugio ,lo costeggiarono fino a trovare un cancello rugginoso con appeso una targa perentoria " Vietato l'ingresso ".
Si guardarono un pò sgomenti .
- Lo sapevo ! - disse Lorena spazientita - Ora che si fa ? E' troppo alto per scavalcare e con quelle punte in cima ...non ci penso proprio !.-
- Che piagaaa !- la redarguì la sorella.
- Se  smettete di sbertucciare come vecchie comari vedreste il modo per entrare, guardate lì ...- Luigi stava indicando un piccolo spazio fra la cancellata e il muro , angusto per un adulto non per un bambino.
- Io vado -disse -vediamo chi ha il coraggio di seguirmi.-
Per dirla tutta pur con tanta manifesta baldanza si volse per assicurarsi di non essere solo e con sollievo vide che uno alla volta tutti furono con lui.
A chiudere la fila Mauro per assicurarsi che nessuno li vedesse entrare.
Rimasero stupiti dall'ampiezza di quel posto , davvero gradissimo.
Che peccato che nessuno ne potesse godere , nessuna mamma con un bimbo nel passeggino , nessun ragazzo a giocare con il suo cane , nessuna voce allegra, solo silenzio , così tanto che ne giungeva l'eco.
Si addentrarono poco a poco ; certo le aiuole incolte invase dalle erbacce , le statue vestite di muschio , le fontane che faticosamente zampillavano singhiozzi d'acqua verdastra non erano molto invitanti ma nulla che un bravo giardiniere non potesse sistemare . Imboccarono un vialetto, un tempo di candide pietruzze ora poco più che una carreggiata sconnessa e piena di buche.
Trovandosi ad un bivio presero per la manca e dopo pochi metri videro un gazebo o meglio quel che ne restava.
- Romantico - esordì Lorena - chissà in quanti si sono baciati su queste panchine.-
- Che schifo ! - il secco commento di Silvia che non disdegnava d'infilzare un verme come esca ma non sopportava le smancerie della gemella.
Luigi e Mauro ridacchiarono e dispettoso Mauro disse :- Speriamo non passi un rospo , saresti capace di baciarlo solo per vedere se si trasforma in principe !-
Era strano quel gazebo, s'inclinava a seconda dei movimenti dei ragazzi , dove il peso era maggiore.
Elsa se ne accorse e le venne un'idea .
- Proviamo a metterci tutti da una parte , corriamo insieme da una colonna all'altra fino a farlo girare come fosse una trottola.-
Dubbiosi che potesse funzionare un'idea tanto balzana vollero tentare.
 Sentirono le assi di legno scricchiolare lamentose come un vecchio , si guardarono e senza proferire parola iniziarono ad aumentare la cadenza dei loro passi.
Con loro grande sorpresa il gazebo prese a dondolare , oscillando sempre più veloce , più veloce , più veloce ancora.
Cominciò loro a girare la testa presa in un vortice turbinoso; a guardare verso il parco non si distingueva più niente , nemmeno i colori delle piante erano nitidi; tutto era confuso e informe.
Fu allora che si spaventarono e misero bruscamente fine al loro gioco.
Rallentando sempre più il gazebo tornò al suo assetto ma grande fu la meraviglia quando guardandosi intorno videro un bel parco verdeggiante; maestosi alberi a far ombra , dove la luce danzava con le foglie ; casa di passeri e pettirossi o palestra per fulvi , arrembanti scoiattoli .
Fiori a profusione , d'ogni colore e forma .
Pareva loro di essere tornati indietro nel tempo , così doveva essere stato un tempo nemmeno troppo lontano ; un'oasi di pace , un posto dove la serenità regnava padrona.
Due giovani donne sedute su una panchina parlavano fra loro.
- Mi piace venire qui a correre con il cane , ci rilassiamo insieme prima di ritornare al lavoro.-disse la prima , una bella signora mora e con l'aria sveglia.
- Eh si , ha ragione . Questo è davvero un angolo tranquillo ; io porto volentieri il mio bambino a giocare , non ci sono pericoli o insidie - proseguì - vede quel discolo con i capelli rossi sullo scivolo ? E' mio figlio Giacomo .-
- Scusi , non le ho detto il mio nome , mi chiamo Elsa e il mio cane Joker...di nome e di fatto !-
- Avevo un'amica carissima con questo nome,spesso giocavamo insieme , sa io sono di queste parti ...a che bei ricordi ...ah io sono Lorena , Lollo per mio marito .-
- Lorena ? La sorella di Silvia ? - Incredula e felice Elsa capì chi era la donna con la quale parlava .
- Lorena , sono davvero io,che meraviglia esserci ritrovate dopo tanto tempo .-
Si abbracciarono , nei loro occhi la stessa gioia delle bimbe che erano state .
- Così hai un figlio e un marito ; quello che hai sempre desiderato .
 Una famiglia serena .-
- Elsa sai chi è mio marito ? Mauro ! Ha passato l'infanzia a prendersi gioco di me e del mio romanticismo ma poi ...deve essergli piaciuto questo mio carattere sognante .- sorridendo indicò un accogliente gazebo ,tutto tirato a lucido ,che ospitava un'edicola .- E' lì che lavora Mauro , andiamo a salutarlo, rivederti lo riempirà di gioia.
Furono abbracci e occhi luccicanti .
- Elsa , non posso credere che siano passati tanti anni ...ma com'è che non ti ho mai notato ?-
-Solo il caso ; Joker ed io veniamo a sgranchirci in pausa pranzo e non indugio a leggere i giornali ; ma d'ora in poi custodiscimi una copia del Gazzettino , sarà un motivo per salutarci .- e aggiunse - faccio la disegnatrice e tutto il giorno seduta mi uccide , troppo abituata a muovermi...però è un bel mestiere , non lo cambierei per nulla al mondo .-
Rivolgendosi a Lorena chiese - E tua sorella , Silvia che fa ?-
Risero Mauro e Lorena.- Tutta la bellezza che vedi intorno è opera sua , è lei il giardiniere tuttofare che rende piacevole il parco .- riflettendo ad alta voce Mauro aggiunse - mestiere più adatto non poteva desiderare , sempre indaffarata ed entusiasta , ne è appagata e felice e noi con lei.-
Lorena si incupì un attimo - Manca solo Luigi a completare la vecchia banda.-
-Già.- fu il laconico commento di Elsa - che fine avrà fatto ? L'ultima volta che lo vidi piangemmo a lungo insieme , stava partendo.-
- Si.- confermò Lorena - la famiglia dovette trasferirsi a causa del lavoro del padre ; non ne abbiamo più avuto notizie.-
Chiacchierarono ancora a lungo, quel giorno Elsa non rientrò al lavoro , quell'incontro meritava un pomeriggio d'assenza.
Cominciarono a calare le luci della sera, Mauro riordinò e chiuse l'edicola,Lorena recuperò Giacomo , esausto e bisognoso di un bel bagno.e con Elsa e Joker s'incamminarono verso l'uscita.
- A domani amici ! - Elsa svoltò l' angolo diretta a casa.
Ciao , a domani .- anche la piccola , serena famiglia se ne andò.
Si accesero le luci sul viale .
Passeggiava accostato al muro un elegante signore , alto e ben vestito , aveva il passo lento e lo sguardo di chi lontano da tanto tempo ritrova le cose al loro posto così come le aveva lasciate .
Il muro s'interruppe e da un cancello rimasto aperto faceva bella mostra di se un meraviglioso giardino e ricordò .
Ricordò quel giorno in cui avvenne un fatto molto strano .
Era solo un gioco ma per lui fu molto di più , fu la chiave che dischiuse un mistero ; il segreto fra il ricordo del passato e la conoscenza del futuro.
I suoi quattro amici vissero il presente e da esso giorno dopo giorno trassero ricordi .
Il suo destino fu diverso ; quando scese da quel gazebo si trovò nel futuro .
Da lì poteva vedere quel che sarebbe accaduto a tutti loro senza tuttavia avere la facoltà d'intervenire e apporre correttivi.
Un peso troppo grande per un bambino ; fu quasi contento d'andarsene da quel quartiere,da quella città.
Un'ultima occhiata al " Giardino del ricordo " e andò.



 I bambini sanno qualcosa che la maggior parte della gente ha dimenticato.
                                                
                                                     Keit Haring