La casa era modesta,in pietra .
Sul perimetro una siepe di biancospino ne delimitava i confini,profumata in primavera ma triste e mesta in questa stagione che volge all'inverno. Aiuole inselvatichite dalle male erbe e nessuna bordura di fiori lungo il vialetto che conduceva ,saliti tre scalini, a una veranda di legno scurito dalle intemperie e dall'usura.
Visibili i segni dell'abbandono,finestre scheggiate da chissà quale grandinata,il fumaiolo del camino sbilenco,vittima della furia di un forte vento.
Matilde ,passeggiando senza fretta,si soffermò a guardare e incuriosita aprì il piccolo cancello che non oppose la minima resistenza,forse dimenticato aperto dall'ultimo visitatore o dal proprietario che se ne andava per sempre da quel luogo.chissà.
A ben guardare la casetta avrebbe meritato una seconda vita,era sì senza pretese ma lo era anche lei,qualche riparazione e una sistemata al piccolo giardino l'avrebbero resa accogliente ai passanti ed ai vicini.
Sentiva che le sarebbe piaciuto vivere lì ma non vedeva nessun cartello che dicesse " In vendita".Decise di suonare il campanello di un vicino,la cui casa era molto meglio in arnese, per avere qualche informazione.
" Non ci conosciamo,le chiedo scusa se disturbo,vorrei un'informazione se possibile" La donna sorrise e aprì in cancello per farla entrare." Se posso volentieri , venga a sedersi sotto il porticato,si parla meglio "
Una signora gentile sulla sessantina, quasi coetanea pensò Matilde che ne aveva cinquantacinque ben portati.
"Cosa vuole sapere ? "
"Mi chiamo Matilde" e proseguì " chiedevo se conosce il proprietario di quella casa in pietra e se fosse possibile visitarla ? "Mi piacerebbe acquistarla"
"Piacere Matilde,sono Sofia"
" So che alla morte dell'Elvira,era molto anziana ed aveva sempre vissuto là ma negli ultimi anni non riusciva più ad avere cura della sua abitazione.Dicevo quando non ci fu più lei il nipote che l'aveva ereditata cercò di disfarsene e fare qualche soldo ma non trovò acquirenti per il prezzo che richiedeva.Come si dice,bisogna sapersi accontentare,invece rimase con un pugno di mosche."
"Sofia,sa dove posso trovarlo ? Mi interessa davvero quella piccola casetta; non so come spiegarlo ma appena l'ho vista ho pensato che sarebbe stato bello viverci,da l'idea di un posto tranquillo e pacato."
" Lo capisco Matilde,è una scelta importante e molto gioca l'istinto,quell'empatia che si ha con cose e persone" e aggiunse " Il nipote vive ancora in paese,è il fornaio,non sarà difficile potere parlargli."
"Grazie Sofia,vado subito a parlare con lui;la ringrazio del tempo e dell'informazione,magari diventiamo vicine "
"Mi farebbe piacere Matilde,lei è una persona gentile e non lo sono tutti"
Sorrise e s'incamminò verso il centro del paesino; forse centro è pretenzioso.Lungo la via principale si affacciavano i negozi,l'ortolano,il salumiere,il macellaio,e diversi servizi come il barbiere e la parrucchiera e appunto il panettiere.
Anche questa minimalità di vita le pareva un buon auspicio,solo l'essenziale,senza fronzoli e senza lo stress che le città producono.
L'insegna diceva " Delizie di forno".
Ma sarebbe bastato seguire il profumo del pane cotto a legna per guidare il passante fino al negozio.
In vetrina ,adagiate su una vecchia tovaglia di pizzo, appartenuta chissà a chi, stuzzicanti pagnotte decorate con spighe di grano e papaveri di stoffa a richiamare i colori e i sapori della terra; ben disposti vasetti di confettura per la colazione e croccanti schiacciate per la merenda dei bambini.
Invitava ad entrare a fu quel che fece.
" Buongiorno signora ,cosa posso fare per lei ?"
" Buona giornata,vorrei oltre ad una dorata pagnotta chiedere una cosa"
"Certo,mi dica?" disse il panettiere.
"Sono passata davanti alla casa dove mi dicono che abitava una sua anziana zia e che ora le appartiene; se fosse in vendita mi piacerebbe visitarla all'interno per avere un idea delle condizioni "
" Certo,domenica pomeriggio le va bene ?" e aggiunse " Mi presento,Franco Gozzi,piacere di conoscerla signora..."
"Lieta, Matilde Tirelli ; direi che non c'è problema per domenica,ci troviamo là alle sedici ?"
" Molto bene; a domenica allora"
"La saluto , a presto"
Appena Matilde uscì dal negozio Franco non potette fare a meno di telefonare alla moglie per darle la notizia,da tempo desiderava liberarsi di quella rogna e sfregandosi le mani per l'inaspettata possibilità di farlo.
Anche la moglie ne fu contenta e speranzosa,con quei soldi avrebbero fatto un viaggio,nemmeno per le nozze se lo erano concesso e il rimanente risparmiato per la vecchiaia che è sempre bene.
Mentre ognuno sognava a proprio modo,Matilde salì in auto e tornò in città,nel cuore la voglia di concludere l'affare e iniziare una nuova vita.
Giunse infine la sospirata domenica; era stata una settimana pesante come sempre in quella frenetica ,rumorosa città.Milano non è per tutti.Meglio,potendo, trasferirsi in provincia dove i ritmi erano a misura umana.
Partì quindi per quella piccola frazione vicino a Magenta dove aveva appuntamento importante con Franco e forse anche con il suo destino.
Puntualmente alle sedici si ritrovarono; era presente anche la moglie di Franco,Elisa.
Dopo i saluti e le presentazioni si avviarono per visitare la casa.
La prima impressione fu che regnasse una grande confusione, cosa comprensibile visto che dopo una lunga vita trascorsa a rassettare negli ultimi tempi l'anziana zia di Franco sbrigava quel che le sue forze le consentivano,l'essenziale ,appena appena.
Dopo l'ingresso si affacciava un'ampia sala con grandi finestre che guardavano sul retro; anch'esso dismesso come il giardino davanti , che abbracciava le pareti di tutta la casa.A sinistra la cucina piccola,intima,la preferita dalle donne.
A destra un bagno di servizio e il ripostiglio.
Dal corridoio d'ingresso partiva una scala in legno bisognosa di una belle verniciata come tutto il resto,mura e soffitti di ogni stanza.che portava al piano superiore dove agli estremi del due stanze da letto ,una matrimoniale e l'altra singola erano divise da un bagno ; doccia e sanitari ancora in buono stato.
Franco volle che aprisse i rubinetti per assicurarsi della loro funzionalità,aveva sempre avuto cura di fare scorrere acqua per impedire l'accumulo di ruggine e stesso controllo per luce e gas.Matilde vedeva davanti a se molto lavoro per rendere graziosa e accogliente la casa ma che almeno gli impianti fossero funzionanti e già molto.
Dopo il giro d'esplorazione Elisa,Franco e Matilde si sedettero in salotto e iniziarono a trattare.
"La vostra richiesta per acquistare la casa di quanto sarebbe ?"
Elisa disse " Avevamo pensato centoventimila euro."
"Una cifra importante considerando i molti lavori da fare per ripristinare l'abitazione." Matilde proseguì " Possiamo accordarci per centomila in contanti ?"
Franco e la moglie si guardarono e in un lampo decisero.
"Per noi va bene signora Tirelli e se lei è disponibile possiamo andare dal notaio già domani" disse Franco.
" Ottimo,prendo qualche giorno di ferie per dare inizio ai lavori;a domani "
" Prendo appuntamento con il notaio Carlotti per domattina alle dieci,è in via Vecchia al 9,ci troviamo là" fu la conclusione del colloquio di Elisa.
Era intimamente felice,una sensazione che non provava da tanto,se poi avesse trovato lavoro in zona avrebbe abbandonato definitivamente Milano.Una cosa alla volta pensò.Ora Matilde ti devi organizzare,prima del trasloco bisognerà chiamare una squadra per le riparazioni più urgenti,camino e infissi e un'imbiancata all'interno dopo che Franco l'avesse svuotata.Si diresse verso la casa di Sofia per avere qualche dritta sulle ditte in zona.
" Buongiorno Sofia,affare concluso,diventeremo vicine di casa molto presto"
" Sono davvero contenta Matilde,faremo amicizia sicuramente."
"Ora devo trovare un'impresa edile per i lavori più urgenti, hai qualcuno da suggerimi ?"
" Quando ho bisogno chiamo l'Edil Red, sono bravi e onesti."
"Grazie Sofia,li chiamo subito."
Il giorno successivo ,conclusa la pratica notarile e venuta in possesso delle chiavi entrò nella sua nuova casa che Franco aveva svuotato.Alle 14 arrivarono imbianchini e falegnami e iniziarono i lavori mentre lei si occupava del giardino malandato.
Falciata l'erba e potata la siepe l'aspetto migliorava notevolmente,tolte le erbacce dalle aiuole e ricomposti i cerchi di sassi di fiume che le delimitavano,preparò il terreno al trapianto di rose e tulipani.Questa sera avrebbe dormito in albergo ,i mobili sarebbero stati montati l'indomani,il tempo del trasloco.
Poi avrebbe avuto tutto il tempo di godersi il suo rifugio di campagna.
I lavori procedevano spediti,ora aveva il camino funzionante e già immaginava le serate invernali quando lo scoppiettare della legna avrebbe fatto compagnia alle sue letture.
Ancora molte cose da riordinare ma il più era fatto.
Quella sera si preparò una bella cenetta per festeggiare e andò a coricarsi presto, la fatica si faceva sentire.
Giovedì mattina venne in un lampo,doccia e fuori per shopping ;vivaio ,spesa alimentare e voltura delle utenze.
Di ritorno mise a dimora i cespugli di rose colorate lungo il vialetto d'ingresso e i bulbi di tulipani ,iris,giunchiglie e astri ; prendeva forma e le piaceva il piccolo fazzoletto di terra.
Sul retro ,appesa a un ramo di un grosso ciliegio pendeva un altalena,semplice come era stato tutto il resto,una tavola bisognosa di una mano di vernice e robusta corda a sostenerla.Non ci sarebbe voluto molto,un paio di guanti,pennello e smalto e sarebbe tornata in vita.
Mentre ultimava si chiese quale bimbo o bimba si fosse divertito a dondolarsi.
Domani avrebbe chiesto a Sofia.
Con sua sorpresa Sofia le disse che non era a conoscenza che ci fosse un altalena,lei non l'aveva mai vista.
Strano pensò,non passa certo inosservata .
Passarono i giorni e finita la sua settimana di ferie,dovette tornare al lavoro,a Milano ma la sera tornava a casa e si gustava la pace e il silenzio.
Finalmente venerdì con la prospettiva di un bel weekend di sole.
Sempre incuriosita da la "sua" altalena sabato pomeriggio aprì un finestrone della sala e si concesse un gioco improvvisato ,dondolarsi un po' su quella altalena .
Che effetto che le fece,inaspettato è dire poco.
Come prese posto rivide se stessa bambina ,sua madre la spingeva dolcemente e le parlava.L'aveva persa presto,troppo presto per una bambina di sette anni.
Suo padre,anche lui se ne andò quando aveva trentanni,le sorrideva da una coperta stesa sul prato come quel giorno che erano andati ai Laghi e si erano divertiti tutti insieme.
Rimase di sasso a rivedere la sua famiglia riunita e felice l'un con l'altro.
Forse era questo il segreto dell'altalena,fare tornare indietro il tempo.
Sua madre le sussurrò:" Ricorda,ogni volta che vorrai passare qualche minuto insieme a noi non dovrai fare altro che venire qui e sederi su quest'asse magica e invisibile a tutti gli altri."
Sconvolta e grata della scoperta fatta tornò in casa e pensò a lungo alla sua fortuna e alla serie di coincidenze che l'avevano resa possibile.Innamorarsi di punto in bianco di un luogo e decidere che sarebbe stato bello vivere lì,era stato il destino a guidarla.A volte abbandonarsi all'istinto è la migliore scelta da fare.
E' stata una bella lezione,a cominciare da ora l'avrebbe sempre fatto senza cercare di dare troppe regole alla sua vita.
Si,ora era una donna risolta e avrebbe continuato così il suo cammino.
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