Era una piccola villetta ai bordi della città in un quartiere senza pretese.
Due piani e quattro famiglie che provavano a migliorare la loro situazione economica.Non mancava la voglia e a volere nemmeno l'opportunità.
Allora c'erano i nonni,mamma e papà e sempre c'era movimento,chi andava,chi tornava e chi restava a prendersi cura del'appartamento e di me.
Il suono di sottofondo di quel periodo era il cigolio dei freni della bici del nonno che tornava a pranzo dal lavoro cui il gatto andava incontro e in spalla a lui tornava in casa;era l'abbaiare del cane del mio amico Ivan quattro anni ben portati,era la radio da ascoltare la domenica mattina mentre nonna cucinava.
Era rumore di semplicità.
Poi eventi imprevisti ci costrinsero a spostarci, al nonno occorreva l'ascensore per salire e scendere le scale e così ci trovammo al sesto piano di un grattacielo urlante,nove piani di grettezza.
E novanta famiglie sconosciute.
La musica era cambiata di colpo,strideva senza alcun limite ,discontinua come un disco rigato nel solco che saltava le note.
Periodo orrendo della mia vita,il solo vantaggio era che non era troppo distante da scuola , magra consolazione.
Trascorre il tempo e nuovo cambio ,si cambia radicalmente per consentire ai genitori di avvicinarsi al lavoro e nuova scuola.Altro grattacielo ma fortunatamente più pensante del precedente,c'era perfino il portiere.
Quello che era venuto a mancare però era il suono delle gomme sul marmo della sedia a rotelle quando nonno si muoveva lento.
Nel frattempo l'economia famigliare in netta evoluzione consentì finalmente di avere una casetta propria, certo lontano dal lavoro ma peraltro con i nostri ritmi si era casa solo dalle due di motte alle nove di mattina.
Solo nel giorno di riposo aleggiavano canzoni mentre leggevi un libro e si sa che sogliare le pagine non assorda certo.
Qualche litigio e qualche parola di troppo, è difficile crescere e a volte non te lo lasciano fare o meglio non come vorresti tu.
Era l'era delle urla e dei mugugni.
Fase terminata , nuova casa e nuovi suoni di quotidianità tranquilla e operosa ma mancava il tintinnio delle pentole in cucina nonna non cucinava più e così mamma la sostituì .
Un'altro suono degli affetti che venne a manca troppo presto era il trapano o qualunque attrezzo servisse a fare piccole riparazioni che mio padre si adoperava a fare.
Troppo presto per restare solo in due in questa grande casa piena di ricordi.
Deciderà il destino chi fra noi dovrà affrontare la peggiore delle vibrazioni.
Un luogo silente in attesa della fine e di tutti noi non resterà niente,
solo il fruscio del vento.
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