I cappelletti non sono un piatto,sono un rito che si tramanda in famiglia dai nonni ai nipoti.Ognuna con le sue varianti ma il senso resta questo.
Il primo ingrediente, indispensabile,è l'amore per il gusto e il godere insieme di sapori e delle tradizioni.
Mano ai tegami !
Il giorno avanti si prepara il ripieno ; macinato misto e battuto di prosciutto crudo da rosolare piano piano, senza fretta e quando sarà stracotto e stanco per avere dato il meglio di se un uovo di rinforzo, un pizzico di pangrattato, parmigiano in abbondanza e noce moscata a conferire quel inconfondibile profumo.
E' il giorno dopo che inizia la magia.
Il tagliere di legno chiaro e leggero,il mattarello robusto e nonna che prepara la sfoglia; con sapienza ;vederla all'opera è una meraviglia,energia e mestiere da restarne ammirati.
Incide sul giallo velo quadretti dentellati e noi intorno pronti a riempirli e ripiegarli ad arte perché siano tutti uguali come ci ha insegnato a fare.
Occorre tempo e si parla mentre si lavora, senza fretta,la radio accesa e la memoria che sgorga dalla bocca.
Racconti di gioventù e noi a fare domande ingenue;in fondo che ne sapevamo della vita ? Nulla,ma tramandare tradizioni e sentimenti è una lezione che ho imparato.
Quanta bellezza c'è nel condividere lavoro,esperienza,ricordi e sogni.
Quando alla fine si va a tavola insieme al piatto ci siamo noi,nella nostra interezza,a specchio nel brodo fumante a raccontare di vita e amore infinito per la nostra terra.
Nostalgia? Forse si ma che bello che era.
.