...ma questa non è una poesia e nemmeno una filastrocca
alla rima è stato rotto il collo .
Questa è una storia semplice,potrebbe essere una favola perché vi sono animali parlanti e forse anche una morale.
C'era una volta un attacchino , che non è una professione.
Egli infatti è un ex sindaco di una città vicino .
Nel tempo libero,ora che ha riposto la fascia tricolore, attacca curiosi manifesti per attirare l'attenzione dei passanti.
Non sono le locandine di uno spettacolo o di un concerto ; sono cartelli rossi con delle scritte bianche a lettere cubitali che recitano :
L'Aquila
6 APRILE 2009
L'attacchino che non è un attacchino ma un ex sindaco,agisce la sera.
Ripone i panni del galantuomo che porta al dì, per attaccare i suoi messaggi , come grida nella notte , grida sguaiate , scomposte,che si nascondono nelle tenebre.
Allo spuntar del giorno , le parole parlanti,sonanti,urlano per l'attacchino.
I passanti si fermano a guardare parole che vorrebbero essere ascoltate.
Sembrano un aneddoto di vertente da raccontare .
L'attacchino , con l'autorità del sindaco che era , rivendica quanto esposto vilmente con il potere dell'ombra notturna .
" Quello slogan è forte, è vero , ma riprende quanto detto dal signor B. "
Chi è il signor B ?.
Il signor B.è un venditore.Egli però non vende piatte parole da attaccare sui muri , egli vende storie senza ricorrere a miti manifesti.
Quando una storia lo ispira , l'annota , e come gli ditta dentro va significando.
Spesso intere folle innamorate della sua loquela, lo ascoltano.
L'attacchino è un fedele seguace del signor B., così dolcemente devoto, ha deciso di dare alle sue parole visibilità.
Fermate sul muro, l'attacchino sperava che le parole diventassero evidenti come luminose verità.
L'attacchino non voleva che quelle parole fossero reali , ma semplicemente vere ,vere per alcuni dei passanti,e riesce nel suo intento,perché molti che le condividono e credono nella loro verità ; per questo le ripetono e , di bocca , le parole prendono corpo e danzano nell'aria .
E' un'aria pesante , irrespirabile per alcuni , ignobile per altri, ma sono una minoranza.
I più ne sono storditi e inebriati.
Il podestà del luogo però punta i piedi e s'inalbera .
In realtà non si tratta di una questione d'orgoglio ; egli è una persona assai pacata e rispettosa delle istituzioni e conosce il peso delle parole , perciò reputa indegni quei manifesti e preme , senza fare alcuna pressione , perché l'attacchino l' attacchino la finisca con insensate esternazioni.
In ossequio alla storia e del passato violento, egli , che vuole preservarne e non distorcerne la memoria , ripete a gran voce , pervicace e perentorio il suo ordine .
L'attacchino cerca di giustificarsi ancora ,nella sua mente , e forse nella sua fantasia , non ha fatto altro che rendere noto un pensiero diffuso , come se la quantità di parlanti (spesso poco pensanti ) modificasse la qualità e la portata delle parole poco ponderate .
A difesa della Giustizia scende allora in campo,come per ogni donzella ferita, un cavaliere.
Il cavaliere , che vuole onorare il proprio titolo, sa perfettamente che quelle parole sono condivise e sono state per prime diffuse dall'abile venditore ,che tra l'altro lo ha assoldato , tuttavia non può ignorare i richiami all'ordine del
Podestà e perdere l'occasione di cotale doppio gioco.così.per la Legge e per la Signora dell' Ipocrisia , de facto,si adopera per cacciare l'attacchino con ogni mezzo.
Damnatio memoriae , ecco la soluzione migliore .
Eppure,dalle liste dei censimenti , pare impossibile cancellare il nome dell'attacchino ,sembra scritto con inchiostro simpatico, non si legge il nome beffardo anche se c'è,poiché scritto bianco su bianco.
Ciò è davvero poco simpatico e oltremodo sconveniente ; l'attacchino moralmente dev'essere bandito , eppure nella verità effettuale è cosa impossibile .
Così , il cavaliere dell'ipocrisia si limita a condannarlo a voce , e salvarlo nei fatti .
Si sparge la voce di un esilio irrevocabile , anche se l'attacchino gira ancora per il territorio del Podestà.
Qual'è il finale della nostra storia di cui forse sarebbe meglio dar
poca memoria ?
Fine non c'è,tanto meno lieto.
perciò la storia si conclude senza finale e senza letizia
alla ricerca di una mesta morale .